Se parliamo della preghiera salesiana, dobbiamo per forza partire dai fondatori della bella Famiglia Salesiana: don Bosco e Madre Mazzarello. Ogni santo ha un proprio modo di incontrare Dio, diverso dagli altri. Così anche don Bosco e Madre Mazzarello hanno un modo di pregare, simile tra loro ma diverso da altri santi che conosciamo. Qual è allora il nostro scopo? Vedere se la preghiera di questi nostri santi è proprio il modo di cercare Dio che sentiamo più vicino a noi. Mi ritrovo, rivedo la mia piccola esperienza nell’esperienza più grande di questi santi?

Spesso, quando ci presentano un incontro su don Bosco o leggiamo la sua vita ci rimangono impresse le opere che ha fatto, tutto il lavoro immenso che ha portato avanti fino alla fine, ma poco si parla della preghiera di d. Bosco. Il rischio è quello di identificarlo con un grande lavoratore e così di pensare che la santità consista soprattutto nel fare tante cose buone per Dio. Invece bisogna subito chiarire che d. Bosco ha dato un titolo significativo all’ambiente in cui ha accolto i suoi ragazzi: ORATORIO, cioè il luogo in cui si prega. Il cortile dunque dove i ragazzi giocavano, scherzavano era in realtà un terreno sacro dove tutto ciò che avveniva diventava preghiera.

Negli stessi anni, a Mornese, Maria Domenica vive la stessa esperienza di fede e di apostolato tra le ragazze. Insieme ad alcune amiche apre un laboratorio di cucito e l’oratorio domenicale, in cui le ragazze possono imparare qualcosa di utile, divertirsi in modo sano, e sperimentare la gioia di una vita dedicata al Signore. Quando Don Bosco, attraverso il parroco di Mornese, viene a conoscenza di tutto ciò, capisce che la Provvidenza ha preparato questa giovane donna a condividere con lui lo stesso carisma. Entrambi hanno ricevuto in dono da Dio la stessa spiritualità.

 

 

1. I NUCLEI FONDAMENTALI DELLA SPIRITUALITA’ SALESIANA

Prima di parlare della preghiera di don Bosco E Madre Mazzarello è importante, seppur per brevi cenni, capire la loro spiritualità. E’ da questa che sgorga il loro modo particolare di pregare. Cercheremo allora, in modo molto breve, di tracciare i nuclei fondamentali spiritualità salesiana.

 

LA PRESENZA DI DIO E’ NEL QUOTIDIANO

La felicità non va trovata "al di fuori", "più in là" della realtà quotidiana che faticosamente viviamo. Come una mamma che aderisce allo stesso lavoro per una vita intera. Sin da piccolo don Bosco ha imparato a vivere alla presenza di una persona in più rispetto alla sua famiglia, e questo grazie agli insegnamenti di Mamma Margherita che lo ha aiutato a scorgere l’amore di Dio e il suo continuo essere presente nel nostro quotidiano. "Mamma Margherita aveva la rara capacità di ricavare da tutto ciò che accadeva nella vita uno spunto per catechizzare. Si ritenne la prima responsabile dell'insegnamento della fede ai suoi figli, e seppe proporre loro valori semplici e forti nella sua scuola di famiglia. Ciò che trasmise in primo luogo ai figli, con pazienza, negli anni della crescita, fu la sua fede adamantina, il senso di un Dio di amore sempre presente, una devozione tenera a Maria".

 

Erano semplici e varie le espressioni che Mamma Margherita diceva ai suoi figli, ma molto incisive:

 

  • "Ricordatevi che Dio vi vede" – “Ricordatevi che Dio vede anche i vostri pensieri"

  • "È Dio che ha creato il mondo e ha messo tante stelle lassù"

  • "Quante cose belle ha fatto il Signore per noi"

  • "Ringraziamo il Signore. È stato buono con noi. Ci ha dato il pane quotidiano"

  • "Il Signore ha dato, il Signore ha tolto. Lui sa il perché. Se siamo stati cattivi, ricordiamoci che con Dio non si scherza"

 

E quelle di Margherita non erano solo parole: tutta la sua vita sarà segnata da questa consapevolezza della presenza di Dio e della sua provvidenza. Tutto si tradurrà per lei nella totale disponibilità a fare la volontà di Dio. Quando don Bosco le chiederà di andare a Torino con lui, così si esprimerà:

"Se ti pare tal cosa piacere al Signore, io sono pronta a partire in sul momento", e quando lei gli chiederà di tornare ai Becchi, guardando il crocifisso che don Bosco le indica…"Tornò a chinare la testa sui pantaloni sdrusciti, sulle camicie strappate, e continuò a rattoppare. Non domandò mai più di tornare alla sua casa…".

Don Bosco ha insegnato ai suoi ragazzi che la compagnia del Signore va cercata nel "qui e ora" dell'esistenza, col dovere, con la preghiera semplice e quotidiana, con una sana allegria. "Uno degli inganni principali con cui il demonio suole allontanare i giovani dalla virtù, è la speranza di una lunga vita, di convertirsi poi nella vecchiaia o in punto di morte…".

É l'amore che dà gusto alle giornate in bianconero, è l'amore che ci solleva dalle cadute quotidiane, è l'amore che spinge a curare i “particolari”: perché Dio guarderà soprattutto l'amore con cui abbiamo intriso i particolari della vita. Questa è stata la promessa di Cristo: l'amore oggi entra a casa tua! Il cristiano sa che vale più un piccolissimo gesto fatto con sincero amore che un vistoso gesto eroico. Il gesto eroico spesso vede noi come protagonisti…

 

Nella vita di maria Domenica, questa ragazza dei campi, la preghiera si saldava al lavoro e il lavoro era vivificato dalla preghiera.

Primogenita di sette fratelli, non aveva tempo da perdere in casa. Accudire alla pulizia, sollevare la mamma in cucina e al bucato, il papà nella stalla e nella vigna, avviare i fratellini e le sorelline nei piccoli lavori domestici era di ordinaria amministrazione per Maria. Come per qualsiasi altra ragazza della sua età e della sua condizione, del resto. D’altro canto quel che più conta è capire l’anima e il cuore con cui Maria teneva fronte a tutto. L’amica Petronilla testimoniò: «La Maria non solo pensava continuamente a Dio, ma viveva alla sua Presenza e, più ancora, viveva unita a Lui con grande amore».

 

SPIRITUALITÀ DELLA GIOIA E DELLA SANTITÀ

Nel 1855 un ragazzino era stato colpito da una predica di don Bosco, sviluppata in tre punti: “É volontà di Dio che ci facciamo tutti santi. É assai facile riuscirci. Un gran premio è preparato in cielo per chi si fa santo ". La cosa gli era sempre parsa assai difficile: ora don Bosco gli diceva che era molto facile. Come riuscirci? Doveva far penitenze speciali come san Luigi? Doveva passare le notti in preghiera come san Francesco d'Assisi? No. La “nuova formula” della santità passa al vaglio delle cose di tutti i giorni, tra libri e scuola, cortile e refettorio. Eccola: 1) Allegria. "Ciò che ti turba e ti toglie la pace, non viene dal Signore. Non l'allegria dei monelli, ma la gioia che nasce dalla pace con Dio e con gli altri”! 2) Doveri di studio e di preghiera. "Tutto questo non per ambizione, per farti lodare, ma per amore del Signore e per diventare un vero uomo". 3) Far del bene agli altri. "Aiuta i tuoi compagni sempre, anche se ti costa sacrificio".

La santità non è cosa astratta. Più del posto in banca, più del desiderio della ragazza o del ragazzo, più della salute e della sicurezza economica ... la santità è il primo desiderio per il cristiano; essa obbliga a vivere il rapporto con la realtà (il creato, gli avvenimenti, le persone) con una intensità tale da scoprire quell'essenziale "che è invisibile agli occhi": il disegno di Dio.

 

L'AMICIZIA CON IL SIGNORE

L’unione con Dio è il punto di arrivo della preghiera di ciascuno, il vertice. Ognuno di noi dentro di sé porta una nostalgia profonda, un desiderio di essere completato, di non essere solo. Ora, se crediamo che siamo stati creati da Dio, per amore, dobbiamo anche credere che questo desiderio profondo di Lui è dentro di noi, magari assopito, anestetizzato, ma c’è. I salmi ci danno prova di questo desiderio profondo:

  •  “ Accogli Signore la causa del giusto…io ti invoco, mio Dio, dammi risposta” (sal 16)

  • Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a Te, mio Dio (sal 41)

  • Signore, davanti a Te ogni mio desiderio” (sal 37)

  • Di te ha detto il mio cuore: cercate il suo volto. Il tuo volto Signore io cerco” (sal 26)

Centro e cuore della spiritualità salesiana è proprio l'amicizia con Gesù, il Signore della vita. Preoccupazione costante di don Bosco e Madre Mazzarello fu di educare alla fede, camminando con i giovani per condurli alla persona di Cristo Risorto, affinché crescessero come uomini e donne nuovi. Chi vive il cristianesimo con lo stile salesiano cammina per approfondire la conoscenza e l'adesione a Gesù Cristo, Amico, Maestro e Salvatore, termini che descrivono la centralità della persona di Gesù nell'esperienza spirituale dei giovani che vivono lo stile salesiano.

Il "voler restare con don Bosco" di tanti ragazzi sgorga dal desiderio di sperimentare una qualità di vita che affascina. I ragazzi e i collaboratori che stavano con lui erano attratti non dalla sua magia, ma dalla sua familiarità con Dio.

 

SPIRITUALITÀ ECCLESIALE SACRAMENTALE MARIANA

L’incontro e la relazione con Cristo all’interno della Chiesa si vivono in maniera particolare nella celebrazione dei sacramenti. Il sacramento dell’Eucaristia e della Riconciliazione sono le due colonne del sistema salesiano voluto e insegnato da don Bosco: dall’Eucaristia impariamo a riorganizzare la sua vita alla luce del mistero di Cristo che si dona per amore e il sacramento della Riconciliazione celebra l’amore di Dio, che è più forte del peccato.

Tra le componenti della spiritualità di don Bosco ci sono l’amore esplicito al Papa e l’adesione convinta al suo Magistero. La persona del Papa, garanzia della genuinità e dell’autenticità della fede, è segno visibile di unità per tutta la Chiesa ed è una presenza provvidenziale per il servizio che svolge, nel nome di Cristo Signore a favore di tutta l’umanità.

In tutto questo abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia una mano. Sembra strano... ma è così: noi siamo gente sicura, non ci piace che qualcuno ci insegni cosa dobbiamo fare e cosa dobbiamo evitare... eppure nelle cose che contano di più abbiamo bisogno di una mano sicura.

Don Bosco aveva un amore filiale nei confronti di Maria. A lui ha fatto eco Madre Mazzarello, con lo stesso entusiasmo e con una sensibilità tutta speciale. Non per nulla le suore salesiane si chiamano Figlie di Maria Ausiliatrice! Ci hanno insegnato a riconoscerla come Ausiliatrice: aiuto, forte e potente, nei momenti di difficoltà.

 

SPIRITUALITÀ DEL SERVIZIO RESPONSABILE

Per don Bosco e Madre Mazzarello la vita cristiana è impegno nell’azione e nel servizio responsabile. Non è più possibile rientrare nel proprio piccolo mondo dopo aver assaporato il senso della vita e i segni della sua pienezza. Di conseguenza anche i giovani si sentono desiderosi di sfruttare tutti i luoghi, la famiglia, la scuola, il posto di lavoro, il territorio ... come occasione di testimonianza di ciò che hanno sperimentato. Don Bosco, padre e maestro della gioventù, richiedeva ai suoi giovani di diventare “onesti cittadini e buoni cristiani”.

I giovani fanno anche l’esperienza di divenire luce e lievito in mezzo agli altri ragazzi e giovani, “giovani per i giovani”. La scelta dell’animazione, come metodologia e come stile di educazione, sia nei confronti dei più piccoli, che di se stessi. Nell’animazione la preferenza dei nostri santi è sempre stata per i giovani poveri, abbandonati, pericolanti.

 

 

2. LE MODALITA’ DELLA PREGHIERA

“ Pregando poi non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate”

Anche i discepoli di Gesù hanno imparato a pregare, quindi nessuno di noi già sa come si prega, e anzi la maggior parte delle volte uno rinuncia a pregare, dicendo che si annoia, che non sente niente, che è tempo perso, perché in realtà non è capace di pregare. Ogni santo poi ha il suo modo particolare di dialogare con Dio. Don Bosco e madre Mazzarello ci insegnano una preghiera che ha delle caratteristiche chiare. E una preghiera:

Semplice ed essenziale: “ Pregate, pregate, anche in dialetto”, diceva Madre Mazzarello alla prime Figlie di Maria Ausiliatrice. Ciò che importa non sono le tante cose che si dicono o che si chiedono. Bisogna pregare come con semplicità perché ci si rivolge alla persona che ci è più familiare e vicina di tutte. Dio conosce già il nostro cuore, sa tutto di noi, anche quello che noi ancora non sappiamo. Ma in che cosa consiste questo essenziale? “ Non chi dice Signore Signore, ma chi fa la volontà del Padre mio”. “ Dalla preghiera riceverete quegli aiuti che vi sono necessari per adempiere i vostri doveri”. Dunque una preghiera:

Concretizzata nelle piccole cose: “La vera preghiera consiste nel compiere tutti i nostri doveri a tempo e luogo e solo per amore di Dio”. “ Nei molteplici doveri teneva sempre presente Dio e si studiava di compierne la volontà anche nelle piccole cose” . “Ogni punto d’ago sia un atto d’amore per Dio”

Breve e continua: cioè che scorre lungo la giornata, non fatta di ore passate davanti al tabernacolo, ma è un vivere con il Signore qualunque occasione e qualunque rapporto. “ Nei momenti di riposo qualche volta la vidi inginocchiarsi tra le viti e pregare”

Allegra: La preghiera salesiana è per eccellenza una preghiera della festa e della gioia, perché esprima la certezza che Dio è con noi, ci ha salvato, che qualunque cosa ci succeda Dio non ci abbandonerà mai. L’allegria - dice madre Mazzarello (ma come lei Domenico Savio) - è segno di un cuore che ama molto il Signore. In ogni lettera scritta il ritornello è sempre uguale: “Siete allegre?” E ancora, quando sa che qualcuno sta facendo fatica dice: “Coraggio, non scoraggiatevi mai, per qualunque difficoltà che possiate incontrare. Dite sempre: Gesù è la nostra forza! E con Gesù i pesi diventeranno leggeri, le fatiche soavi, le spine si convertiranno in dolcezze”.